30 ottobre 2007

Di nuovo a Katmandu (9 gennaio 2006)

Da qui tutto sembra così diverso e le mie piccole preoccupa- zioni quotidiane così meschine che mi domando che ci faccio lì (quando ci sono), ma questa è una storia troppo lunga. Nella mia assoluta incongruenza sto ascoltando Dave Brubeck e Keith Jarrett a ripetizione, che c’entrano come i cavoli a merenda, grazie al mio nuovissimo e fantasmagorico iPod nano nero (piccolo stacco pubblicitario?).
Per essere seri, qui si è quasi in guerra. I guerriglieri maoisti all’inizio di gennaio hanno interrotto la tregua da loro proclamata e mai troppo rispettata dal governo, proprio perché unilaterale: l’esercito ha compiuto una strage sparando sulla folla riunita per una manifestazione religiosa a Nagarkot circa un mese fa. Risultato: gli attentati sono ricominciati. A Katmandu non si nota tanto, a essere molto attenti si rileva un briciolo di fibrillazione in più tra i poliziotti ai posti di blocco, ma, forse, dopotutto, non è altro che autosuggestione. Mi dicono tuttavia fonti superattendibili, attualmente in una delle zone controllate dai guerriglieri, quella di Rukum, a ovest di Katmandu, che l’esercito maoista si sta preparando per spostarsi verso est. Nei prossimi giorni i black out, di per sé non rari, potrebbero farsi più frequenti, visto che le centrali elettriche sono spesso nel mirino dei guerriglieri e, chissà, si potrebbe persino arrivare alla chiusura degli aeroporti internazionali. Insomma, la situazione è critica. Sul serio.


(nella foto: Durbar Square, Patan, nella valle di Katmandu)

1 commento:

bonaventura ha detto...

ma come, Brubeck e Jarrett c'entrano sempre...o no? in questo esatto momento alla radio passano proprio Keith, "On green dolphin street" live del 2001. è un raccontino praticamente perfetto, non posso che andare fuori tema col jazz. baci cara v.

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