15 ottobre 2007

Ibidem, idem, più tardi

Doccia a secchiate. Una fetta di paradiso. A Ghemi abbiamo vere stanze, affacciate sul grande terrazzo di una casa-albergo con monaco incluso. Peccato non avere bagagli. Almeno per ora. I cuochi preparano comunque il tè delle cinque e mentre ci scottiamo la lingua, annunciati da un campanellino che sembra musica d’Eden, arrivano i muli. Così parte la corsa al lavaggio: i nostri eroi, nessuno escluso, si danno al bucato e ottengono un paio di secchi d’acqua calda a testa per la più bella doccia della vacanza. Poi mutande e capelli restano ad asciugarsi al sole calante. Fino a quando non partono i cimbali del monastero accanto e non scende la sera.


(nella foto: i buchi-caverne dove vivevano un tempo gli abitanti dell'Alto Mustang. www.historum.com)

2 commenti:

Gianluca ha detto...

la foto è bellissima. e lavarsi è davvero rinascere. ciao cara v.

virginie ha detto...

la foto non rende giustizia. quanto a lavarsi, l'hai letto "La viaggiatrice"?

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